Parroci

Parroci dal 1238 al 1848

Altri sacerdoti viventi originari di Rio Saliceto

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Don Giovanni Battista Branchetti

Prevosto dal 1848 fino alla morte nel 1886 

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Don Domenico Beneventi 

Prevosto dal 1887 al 1907 

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Don Antonio Tondelli

Prevosto dal 1908 fino alla morte nel 1927  

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Don Marino Roccatagliati

Prevosto dal 1928 al 1969 

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Don Guido Martini

Prevosto dal 1969 al 1988 

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Don Romano Vescovi

Prevosto dal 1988 al 2009

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Don Carlo Castellini

Prevosto dal 2009 al 2018 

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Don Stefano Manfredini

Prevosto dal 2018 ad oggi 

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Cronotassi dei parroci di Rio Saliceto dal 1848

(per ulteriori informazioni visita la sezione GALLERIA)

Qui l’elenco dei parroci di CA’ DE’ FRATI

Don STEFANO MANFREDINI 

Nato a Reggio Emilia il 27/02/1973. 

Ordinato sacerdote da mons. Adriano Caprioli l’11/06/2011 presso la cattedrale di Reggio Emilia. 

Dal 2011 al 2018 è stato vicario parrocchiale nella unità pastorale 13 “Cuore Immacolato di Maria” (Rubiera, San Faustino, Fontana, Sant’Agata). In questo periodo è stato anche insegnante di religione presso la scuola secondaria di I grado di Rubiera. Sempre dal 2011 è membro del comitato per la beatificazione e canonizzazione di Rolando Rivi.

Il 29 settembre 2018 , accompagnato da mons. Alberto Nicelli vicario generale della diocesi, prende possesso dell’unità pastorale 23 “Discepoli di Emmaus” comprendente le parrocchie di Rio Saliceto e Ca’ de’ Frati. 

Poche settimane dopo il suo ingresso in parrocchia ha avuto subito l’onore di accogliere i novelli sacerdoti don Riccardo Bigi e don Samuele Menini (diocesani di Ivrea ma originari di Rio Saliceto) che hanno celebrato le prime Sante Messe nella chiesa di San Giorgio. Il 23 maggio 2021 celebra la sua prima Messa a Rio don Paolo Lusvardi.

Attualmente è anche membro della commissione diocesana Beni Culturali, per l’Architettura e le Arti al servizio della Liturgia, dal 2018 è assistente spirituale del circolo culturale “beato Piergiorgio Frassati” di Correggio e cappellano del gruppo stabile “beato Rolando Rivi” delegato dal vescovo per la celebrazione in forma straordinaria a Correggio.    

Dal 25 gennaio 2020 è anche cappellano magistrale del sovrano militare ordine di Malta. Pochi mesi dopo deve affrontare l’emergenza della pandemia covid 19, che costringe a celebrare senza il popolo da marzo alla fine di maggio 2020. In quel periodo, per mantenersi vicino ai parrocchiani, don Stefano promuove la celebrazione della Messa e del rosario in diretta streaming. Il 2 settembre 2020 commemora i defunti della pandemia del nostro paese presso il cimitero locale.

Nel marzo 2021, in collaborazione con l’amministrazione comunale, promuove l’installazione della illuminazione interna della cella campanaria. L’11 giugno 2021 ha festeggiato in parrocchia il 10° anniversario di ordinazione sacerdotale.

Il 19 novembre 2022 la parrocchia ha la gioia di accogliere i suoi primi diaconi permanenti della sua storia: Emanuele Bassoli e Davide Gallesi, ordinati in Cattedrale dal vescovo di Reggio Emilia-Guastalla mons. Giacomo Morandi.  A partire da questa data i novelli diaconi assistono il parroco nel suo ministero.

Qui le FOTO dal 2018 ad oggi.

Don CARLO CASTELLINI 

Il 27 settembre 2009 la comunità di Rio Saliceto saluta, dopo quasi ventun anni, don Romano Vescovi, nominato parroco di S. Ilario di d’Enza. Il sabato seguente, 3 ottobre, fa il suo solenne ingresso, accompagnato dal vescovo mons. Adriano Caprioli, il nuovo parroco don Carlo Castellini.  

Don Carlo nasce a Castelnuovo ne’ Monti il 3 ottobre 1961 da Giuseppe e Lida Scaruffi. Trascorre l’infanzia a Ligonchio, assieme ai genitori e al fratello Clemente, di sei anni più giovane. Presso la parrocchia di Ligonchio è attivo come animatore dei giovani e del cinema parrocchiale. Prosegue gli studi superiori presso l’istituto Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnuovo ne’ Monti, ove si diploma ragioniere. Quindi inizia, come poi farà anche il fratello Clemente, una brillante carriera lavorativa come impiegato bancario presso il Credito Emiliano di Reggio Emilia. In quella stessa città negli anni ’80 frequenta assiduamente l’Azione Cattolica e il Centro Missionario diocesano. Proprio queste frequentazioni, uniti ai paterni consigli del direttore spirituale mons. Giacomo Rinaldi, fanno nascere nel futuro don Carlo l’idea che la vocazione a cui Dio lo chiamava non fosse quella di un ordinario impiego bancario, bensì la totale consacrazione a Lui. Nel settembre 1992 decide quindi di abbandonare, dopo ben 12 anni, la sua occupazione e di entrare nel seminario diocesano di Reggio Emilia. Qui intraprende gli studi teologici fino all’ordinazione presbiterale avvenuta presso il palazzetto dello sport di Reggio Emilia il 2 maggio 1998 per l’imposizione delle mani del vescovo mons. Paolo Gibertini.  

Il primo incarico del novello sacerdote è quello di vicario parrocchiale presso la parrocchia di S. Ilario d’Enza, ove collabora col parroco mons. Ruffini. Qui rimane fino al 2001, anno in cui il vescovo Caprioli lo nomina parroco dell’unità pastorale di Vetto, Cola e Gottano (a cui nel 2007 si aggiungono anche Crovara e Piagnolo). 

A Vetto don Carlo è particolarmente apprezzato per il rilancio dell’oratorio e del circolo Anspi (fino a divenire presidente del Comitato provinciale per i circoli e oratori Anspi nel 2009), l’insegnamento della religione alle scuole medie, l’impegno per il restauro delle chiese, la difficoltosa qualificazione della Casa protetta parrocchiale, la nascita del nuovo salone polivalente con annesso bocciodromo, i pellegrinaggi mariani e le gite nei luoghi della fede.  

Dopo otto anni di intenso impegno a Vetto, nell’ottobre 2009 don Carlo diventa prevosto di Rio Saliceto – Ca’ de’ Frati. A Rio vive assieme ai genitori Lida e Giuseppe, che già lo avevano accompagnato a Vetto. La famiglia Castellini, distaccandosi dalla montagna, resta così strettamente unita e spesso visitata anche dal fratello Clemente.  

Nella nostra parrocchia don Carlo vive un periodo molto intenso restaurando i locali dell’oratorio (2010) e rilanciando l’attività del Circolo Anspi con un partecipato doposcuola, creando una festa estiva parrocchiale e mantenendo viva l’opera estiva del Grest. Sempre nel 2010, per quanto riguarda la chiesa, si segnala anche la ristrutturazione dei locali e del mobilio della sacrestia e l’acquisto del moderno confessionale, collocato sul fondo della chiesa.

Nel 2011 il sacerdote riese don Bruno Magnani, parroco di Stiolo dal 1966, festeggia il 65° anniversario di ordinazione sacerdotale nella sua parrocchia d’origine.

Il 2012 è un anno molto difficile per don Carlo e per la nostra comunità: il sisma del 29 maggio rende inagibili le chiese di Rio e Ca’ de Frati, costringendo, per ben due anni, la nostra comunità a celebrare la Messa presso una tensostruttura che don Carlo fa rapidamente installare nel campo sportivo parrocchiale e una cappella provvisoria al piano terra dell’oratorio per le celebrazioni feriali. Altro evento tragico è la morte, l’8 agosto di quello stesso anno, della mamma Lida in un incidente stradale in cui anche lo stesso don Carlo rimane ferito. Lo stesso vescovo Caprioli presenzierà al rientro in parrocchia di don Carlo nell’agosto 2012 e visiterà la chiesa di Rio danneggiata dal sisma. Il papà Giuseppe Castellini morirà poi, ottantottenne, nel maggio 2016

Nonostante l’inagibilità della chiesa Don Carlo si impegna per portare ugualmente avanti la pastorale in parrocchia. A tal riguardo si segnala, nel novembre 2013, l’esposizione presso la tensostruttura (che all’epoca fungeva anche da chiesa) della mostra sul beato Rolando Rivi (mostra realizzata per il meeting di Rimini)

Finalmente, dopo un lungo restauro, don Carlo può riaprire la Chiesa di Rio, alla presenza del vescovo Massimo Camisasca, il 1 giugno 2014 con una grande festa di popolo. 

Particolarmente gioioso è il 2016 in cui la comunità di Rio Saliceto festeggia l’ordinazione sacerdotale di due suoi figli: don Giancarlo Minotta (sacerdote diocesano) e don Alessio Cottafava (missionario della fraternità sacerdotale san Carlo Borromeo). Essi erano stati preceduti, nel 2013, dal giovane don Andrea Capretti (sacerdote diocesano a Ferrara). In quel periodo anche i futuri don Riccardo Bigi, don Samuele Menini e don Paolo Lusvardi (che celebra l’ammissione agli ordini in parrocchia nel novembre 2016) intraprendono la strada della consacrazione sacerdotale, ricevendo l’ordinazione presbiterale, rispettivamente nel 2018 e nel 2021. Don Carlo fa precedere questi importanti eventi dalle Missioni al popolo, predicate nel nostro paese dai frati cappuccini, tra aprile e maggio 2016.  

In quel periodo don Carlo ricopre importanti incarichi a livello vicariale: direttore spirituale del Circolo Culturale “Pier Giorgio Frassati”, cappellano del gruppo stabile per la Messa in latino “beato Rolando Rivi” (ricevendo la visita del vescovo Massimo il 13/10/2017), soprattutto, è vicario foraneo di Correggio dal 2012 al 2018.  In quel periodo don Carlo inoltre promuove una festa della parrocchia, con il servizio di ristorante ed eventi culturali durante i mesi estivi.

Don Carlo è poi particolarmente devoto alla Madonna, tanto da partecipare, con cadenza pressoché annuale, a pellegrinaggi presso il santuario di Medjugorje. Notevole è poi il suo legame col beato Rolando Rivi, tanto che nel 2013 (anno della beatificazione di Rolando) ospita presso la nostra parrocchia una reliquia del Beato nonché una apprezzata mostra che racconta la sua vita.  Inoltre, a partire dal 2015, vista la persistente inagibilità della chiesa di Ca’ de’ Frati, inaugura la tradizione della processione/pellegrinaggio Rio Saliceto-Ca’ de’ frati ogni 13 giugno nell’occasione della festa di S. Antonio di Padova.

Il 24 giugno 2018, un anno dopo la visita pastorale del vescovo Camisasca del 2017, don Carlo festeggia, con una solenne processione, il ventesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Al termine di quella celebrazione annuncia il suo trasferimento presso l’unità pastorale “B.V. del Carrobbio” di Casina. Qui don Carlo, dopo aver salutato la parrocchia di Rio il 23 settembre, fa il suo solenne ingresso mercoledì 3 ottobre 2018

Il vescovo Massimo Camisasca nomina come suo successore a Rio Saliceto- Ca’ de’ Frati don Stefano Manfredini, fino a quel momento vicario parrocchiale presso l’unità pastorale di Rubiera, che prende possesso della parrocchia il 29 settembre

Il 24/04/2023, nell’occasione del 25° anniversario di ordinazione sacerdotale, presiede presso la chiesa parrocchiale di Rio Saliceto la S. Messa in onore di san Giorgio.

Qui le FOTO dal 2009 al 2018.

Don ROMANO VESCOVI 

Dopo la rinuncia di don Martini, il Vescovo di Reggio Emilia mons. Gilberto Baroni nominò nuovo prevosto di Rio Saliceto don Romano Vescovi, che fece il suo ingresso nella nuova parrocchia il 4 dicembre 1988.

Don Romano nacque a Neviano degli Arduini (PR) il 28 aprile 1941 da Battista Vescovi e Maria Chierici. Dopo pochi anni la famiglia si trasferì a Rivalta di Reggio e il giovane Romano maturò la propria vocazione in questa parrocchia.  

Dopo aver compiuto gli studi nel seminario diocesano di Marola, venne ordinato sacerdote da mons. Gilberto Baroni l’11 giugno 1967 nel Duomo di Reggio. Nell’estate seguente l’ordinazione, il giovane sacerdote venne temporaneamente inviato a Prato di Correggio per sostituire il parroco. 
Nell’autunno dello stesso anno servì il Duomo di Reggio e, nel settembre del 1968, fu inviato al Villaggio Catellani dove rimase solo pochi mesi. Il 24 novembre 1968 don Romano diventò parroco di Costabona – Gova, ove rimase per tre anni. 

All’inizio del 1971 fu infatti chiamato a Reggio per insegnare religione nelle scuole medie inferiori il primo anno, poi in quelle superiori della città (IPSIA e istituto Scaruffi), attività che il sacerdote continuò fino al 1989. Sempre nel 1971 venne inviato come curato nella parrocchia di Cella. Dal 1972, per un anno e mezzo, fu curato a Pieve Modolena, e, successivamente, svolse il suo servizio, per alcuni mesi, presso la casa per anziani Villa delle Rose. Nel 1973 don Vescovi fu nominato curato a Vezzano dove rimase per cinque anni. 

Nell’ottobre 1978 venne inviato parroco a Cadelbosco di Sotto. Qui fondò un circolo culturale e un centro di incontro per giovani con proprie strutture sportive. Aprì anche la scuola materna parrocchiale “Montagna luminosa”, tuttora operante. Don Romano mantenne questo impegno pastorale a Cadelbosco fino al 4 dicembre 1988, quando mons. Baroni lo nominò parroco di Rio Saliceto.

L’anno seguente gli venne affidata anche la parrocchia di Ca’ de’ Frati (che da quasi vent’anni era guidata dal parroco di Mandrio), in questo modo le parrocchie di Rio e Ca’ de’ Frati, pur formalmente distinte, tornavano ad avere lo stesso parroco. Lo stesso don Romano si prodigò per non trascurare questa parrocchia, celebrandovi la Messa tre domeniche al mese per tutto il suo periodo riese.

Appena entrato a Rio Saliceto, don Romano diede inizio ad una serie di opere che modificarono radicalmente il suolo riese. In primis, nel 1989-90, grazie alla generosa donazione dei coniugi Biagini, edificò la nuova scuola materna parrocchiale, che venne costruita di fronte alla chiesa e che sostituì il vecchio asilo Santachiara situato nei pressi del cimitero. Per tale scopo venne demolito il vecchio teatrino parrocchiale situato di lato all’oratorio. La posa della prima pietra si tenne il 18 novembre 1989. L’inaugurazione solenne ebbe luogo il 15 settembre 1990 alla presenza del vescovo mons. Gibertini e di importanti personalità della Democrazia Cristiana fra cui il ministro della pubblica istruzione Gerardo Bianco; don Romano si prodigò perché all’interno della scuola continuasse la presenza delle suore (che proseguì fino al 1996). Contestualmente venne anche realizzata la pavimentazione in porfido del piazzale tra il sagrato e il nuovo asilo.

Nel 1991-92 poi fece restaurare e tinteggiare completamente la torre campanaria e l’esterno della chiesa, ripristinando così le originali tinte ottocentesche che erano andate perdute nel corso degli anni. Appena un anno dopo inizio l’opera di restauro della vecchia canonica del 1889, che si presentava in precarie condizioni. L’edificio venne adibito ad oratorio, con la creazione di un grande salone e il recupero dei locali della mansarda inaugurati nel giugno 1993. Sempre nel 1992 festeggiò in parrocchia il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale.

Sarebbe riduttivo circoscrivere l’operato di don Romano a questi interventi di restauro, infatti il nuovo parroco si dedicò con particolare attenzione anche all’educazione dei giovani. Egli riuscì a riunirne un gran numero, dagli studenti delle scuole medie fino ai lavoratori, che ancora oggi animano la parrocchia. Assieme questi giovani don Vescovi promosse, fin dall’estate 1990, il Grest, ovvero il campo giochi estivo. Animato gratuitamente da giovani studenti, questo campo giochi ogni anno si ingrandì sempre più, diventando col tempo un punto di riferimento per il paese. 
Don Romano è stato anche il primo parroco di Rio Saliceto ad essere nominato Vicario Foraneo del Vicariato di Correggio, ruolo che il sacerdote ricoprì dal 1995 al 2003 e, nuovamente, dal 2007. In seguito a questa nomina, il Vescovo Gibertini, nel 1997, lo insignì del titolo di Canonico della Insigne Basilica Collegiata dei Santi Quirino e Michele Arcangelo in Correggio.  In questa veste don Romano promosse attivamente le stazioni quaresimali vicariali, i circoli culturali e inaugurò le attività del gruppo stabile “beato Rolando Rivi” per per la celebrazione della Messa in latino a Correggio (02/06/2008).

Nell’occasione del giubileo del 2000, il prevosto promosse il restauro degli interni della chiesa che si presentavano in condizioni assai critiche soprattutto a causa dell’umidità e dei danni arrecati dal terremoto del 1996. Con l’inaugurazione del 10 dicembre 2000 le pitture del 1945 tornarono così al loro massimo splendore e l’anno seguente la chiesa venne inoltre dotata di un nuovo impianto di illuminazione che andò a sostituire i lampadari a neon del 1973.
Don Romano ebbe sempre una grande passione per la bellezza della chiesa, nonché una grande cura per tutti i piccoli “tesori” in essa custoditi; significativi a questo proposito sono la nuova croce (opera lignea di Ortisei) donata dalle vedove del paese nel 1989 e benedetta dal vescovo Gibertini e la statua della Beata Vergine Maria collocata di lato al sagrato nel 1990; ma soprattutto gli sono tutti quei piccoli restauri voluti dal sacerdote, tra di essi ricordiamo quello della statua Madonna del Rosario, di quella del Sacratissimo Cuore di Gesù, del quadro di S. Giorgio, di quello di S. Rocco e di molti altri arredi o dipinti che per sinteticità non citeremo. 

Significativa fu la visita pastorale del vescovo mons. Caprioli nel dicembre 2003, in essa la vivace realtà riese, ricca di giovani, colpì molto il presule. Particolare rilevanza e solennità ebbe poi, tra il 17 e il 24 aprile 2005, la venuta nella chiesa parrocchiale della statua della Madonna di Fatima. Durante questa Peregrinatio Mariae numerosissimi fedeli, provenienti anche da altre parrocchie, parteciparono ai vari momenti di preghiera e si accostarono al sacramento dell’Eucaristia e della Penitenza.  In ricordo di questo evento, il prevosto fece edificare a lato della chiesa una piccola edicola con l’immagine della Madonna di Fatima, inaugurata nel maggio 2006. Due anni dopo, nell’ottobre 2008, in qualità di vicario foraneo, ripeté l’esperienza della Peregrinatio Mariae a Correggio, organizzata da tutte le parrocchie limitrofe presso la Basilica di San Quirino. Fu un evento memorabile a cui parteciparono migliaia di fedeli, nonché diversi prelati di spicco, fra cui ricordiamo in particolare il card. Dario Castrillon Hoyos.

Nel 2006 incoraggia un gruppo di giovani della parrocchia a mettere in scena il recital “Il sangue e l’amore” su giovane martire Rolando Rivi (beatificato poi nel 2013). Questo stesso recital viene poi replicato più volte negli anni seguenti nelle parrocchie limitrofe.

Durante l’opera pastorale di don Romano fiorirono anche nuove vocazioni sacerdotali e religiose (i futuri don Marco Lusvardi, don Alessio Cottafava e don Giancarlo Minotta) in un paese in cui mancavano da più di vent’anni, ma che aveva già dato numerosi religiosi alla chiesa (qui un articolo in proposito uscito su Avvenire il 15/11/2023). In quegli stessi anni don Romano ospitò per alcuni mesi il sacerdote riese don Giuseppe Caretta (1939-2004), che, gravemente malato, morì in canonica la mattina della vigilia di Natale.

Il 10 giugno 2007 don Romano festeggia il 40° di ordinazione sacerdotale con la solenne processione del Corpus Domini, nell’occasione l’omelia è tenuta dal caro amico mons. Livio Melina.

Il 4 dicembre 2008 don Romano festeggia il 20° anniversario di ingresso nella parrocchia di Rio Saliceto. Nell’occasione celebra una Messa in forma straordinaria ed inaugura la nuova sezione della scuola dell’Infanzia parrocchiale W. Biagini. Poche settimane dopo, nel Natale 2008, la Messa di Mezzanotte viene trasmessa in diretta da Rio Saliceto su Telereggio.

Nel settembre 2009 don Romano ha accettato la proposta del Vescovo mons. Caprioli di lasciare la parrocchia di Rio Saliceto e di diventare parroco di S. Ilario d’Enza, salutando i parrocchiani di Rio Saliceto – Ca’ de’ Frati domenica 27 settembre. Suo successore è stato nominato il parroco di Vetto don Carlo Castellini, che ha preso possesso della parrocchia il 3 ottobre. Il 17 ottobre 2009 Don Romano è solennemente entrato nella nuova parrocchia di S. Eulalia in S. Ilario d’Enza. 

Qui don Romano è rimasto fino al 2012, anno in cui è stato nominato parroco di Bibbiano – Barco. Tale ministero è durato fino al 2017, infatti, compiuto il 75° anno di età, don Romano ha rinunciato al ruolo di parroco. Attualmente è collaboratore pastorale dell’Unità Pastorale “Quattro Castella” e animatore spirituale dell’eremo S. Michele di Salvarano.

Qui le FOTO dal 1988 al 2009.

Don GUIDO MARTINI 

Dopo la rinuncia di don Roccatagliati, il 23 novembre 1969 don Guido Martini prese possesso della parrocchia di Rio Saliceto, accompagnato dal Vescovo di Reggio Mons. Baroni. Egli era nato a Baiso il 12 novembre 1924 da una famiglia contadina e fin da bambino aveva frequentato i seminari diocesani di Marola ed Albinea. Il Vescovo Beniamino Socche lo ordinò sacerdote il 29 giugno 1948. 

La prima parrocchia dove il giovane don Guido venne inviato fu quella di Fazzano, nella campagna correggese, alle dipendenze del parroco don Tosi. Successivamente fu nominato prima parroco di Fontanaluccia e poi di Casola-Canossa-Pecorile. 

Nominato prevosto di Rio Saliceto a 45 anni, don Guido, come prima opera, edificò la nuova canonica, costruita negli anni 1974-75, che presenta un’architettura alquanto insolita rispetto agli edifici circostanti. Don Martini, come il predecessore, curò con particolare attenzione il decoro della chiesa: per prima cosa, nel Natale 1973, grazie alla donazione dei coniugi Bonacini, installò l’illuminazione interna della chiesa (grandi lampadari a neon che andarono a sostituire la precedente illuminazione molto semplice) e realizzò le due vetrate decorative nell’abside. Nel 1978, sistemò il tetto e le grondaie della medesima. Nel 1979, nell’occasione dei 100 anni della chiesa parrocchiale, completò il selciato il porfido che circonda la chiesa e fece reintonacare la facciata della stessa, che si presentava in cattive condizioni (la facciata mantenne poi questo colore bianco fino al tinteggio nel 1991). Culmine delle celebrazioni per il centenario fu la visita, il 15 settembre 1979, del Card. Pignedoli che celebrò la S. Messa e amministrò le S. Cresime.  

Durante il suo parrocato a Rio don Guido ebbe come sacerdoti collaboratori, in particolare per l’attività coi giovani, don Giuseppe Caretta (1969-70), don Francesco Alberi (1972-75), don Guiscardo Mercati (1976-78), infine, a partire dal 1978, don Fernando Borciani, che rimase in parrocchia fino al 1988, quando venne nominato parroco di Mandrio. A partire da quella data la parrocchia di Rio ebbe il solo parroco come sacerdote in servizio pastorale.

Nel 1978, grazie al contributo di alcune generose famiglie, don Guido fece restaurare numerosi quadri di grande valore storico, custoditi in chiesa, e li fece collocare nelle pareti laterali dell’edificio.  In quegli anni, viste le precarie condizioni del vecchio asilo parrocchiale Santachiara, don Guido iniziò a costruire le fondazioni di un nuovo asilo che sarebbe dovuto sorgere nei pressi del vecchio edificio (oggi via dell’asilo vecchio): il progetto poi non ebbe seguito poiché, grazie alla donazione dei coniugi Biagini nel 1990 il nuovo asilo venne edificato di fronte alla chiesa parrocchiale.

Particolare rilevanza ebbero le missioni al popolo del novembre1988, che coprirono tutto il vicariato di Correggio e che don Martini seguì con grande passione. 

Colpito da una grave malattia, don Guido fu costretto a rinunciare alla parrocchia il 3 dicembre 1988 e venne nominato parroco della più piccola Fazzano, dove 40 anni prima era già stato curato. Meno di un anno dopo, il 7 novembre 1989, pochi giorni prima del suo 65° compleanno, don Guido Martini, consumato dal male incurabile, rese l’anima a Dio. Attualmente riposa nel cimitero di Baiso, suo paese natale.

Qui le FOTO dal 1969 al 1988.

Can. MARINO ROCCATAGLIATI 

Qui puoi scaricare l’opuscolo

edito nel 2015 nel 40° della morte di don Marino

Dopo la tragica morte del prevosto don Antonio Tondelli, la parrocchia venne provvisoriamente amministrata per sei mesi dal rettore di Mandrio. Finalmente, l’8 dicembre 1928, solennità dell’Immacolata Concezione, fece il suo ingresso il nuovo parroco don Marino Roccatagliati. 

Egli era nato 4 giugno 1891 a Rivalta di Reggio Emilia; il padre Domenico e la madre Angelica Del Rio erano contadini di modesta condizione, ma ricchi della fede cristiana.  

Nel 1903 entrò nel seminario diocesano di Marola. Dopo tre anni di liceo e quattro di teologia, il 30 luglio 1917 venne ordinato sacerdote. 

Fin da subito venne inviato come Curato proprio a Rio Saliceto sotto la guida del parroco don Antonio Tondelli che gli fu padre e maestro. Qui però don Marino rimase solo pochi mesi, perché, a causa dell’imperversare della prima guerra mondiale, venne chiamato alle armi. Fino al congedo, il 19 giugno 1919, il giovane sacerdote fu un ottimo cappellano militare. Fino al dicembre 1920 fu Cappellano a Vezzano e, successivamente, a Poviglio. Nel novembre 1921 venne nominato parroco di Ligonchio dove rimase fino al 1928. 

Con la presa di possesso della parrocchia di Rio Saliceto, l’8 dicembre 1928, don Marino Roccatagliati iniziò il suo ministero sacerdotale in questo paese, che sarebbe durato più di quarant’anni, durante i quali sarà quasi sempre assistito dalla nipote e perpetua Ida.

La prima grande opera realizzata dal prevosto Roccatagliati è l’erezione della chiesa di Ca’ de’ Frati, la cui popolazione era da tempo lontana dalla vita cristiana. Il nuovo tempio venne edificato grazie alle donazioni e alla collaborazione di numerosa parte della popolazione riese. Esso venne solennemente consacrato dal Vescovo di Reggio Eduardo Brettoni il 22 settembre 1935.  Don Marino si prodigò poi affinché Ca’ de’ Frati divenisse una parrocchia indipendente, col proprio parroco. Ciò avvenne con decreto del vescovo Socche nel 1948; da quel momento, fino al 1989, Ca’ de’ Frati ebbe un parroco distinto da quello di Rio Saliceto. In quel periodo venne anche realizzato il teatrino parrocchiale, usato per rappresentazioni teatrali, eventi parrocchiali e anche come cinematografo.

Durante la seconda guerra mondiale e la conseguente lotta partigiana nel nord Italia, don Roccatagliati seguì la posizione indipendente della chiesa. Questo però non gli risparmiò le violenze della guerra, tanto che fu più volte minacciato dai nazifascisti. Don Marino invece preferì sempre valorizzare la presenza in parrocchia dei giovani dell’Azione Cattolica.

Altro aspetto dell’opera pastorale di don Marino a Rio Saliceto fu la cura per le processioni e per la bellezza della chiesa parrocchiale. Nel 1945, immediatamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale, grazie alle donazioni dei fedeli, fece decorare l’interno della chiesa da alcuni artisti locali. Vennero donate anche le nuove statue della Madonna del Rosario, del Sacratissimo Cuore di Gesù e di S. Giuseppe

Particolare attenzione fu riservata alla scuola materna parrocchiale “Coniugi Santachiara” che nel 1947 venne ammodernata e affidata alla cura delle suore di S. Filippo. 

Nel 1948 venne inaugurato il nuovo concerto di cinque campane. Durante la guerra, infatti, tre delle quattro campane alloggiate nel campanile vennero fuse dal governo. Don Marino si prodigò affinché, terminato il conflitto, venissero ricostruite e addirittura ne venne aggiunta una rispetto al progetto originale. 

Nel 1953 il vescovo Socche nomina don Marino canonico onorario della basilica di san Prospero di Reggio; da quel momento in paese viene chiamato “il signor canonico”.

Nel 1959 venne edificato il nuovo altar maggiore, opera di Carmela Adani, grazie alle offerte di un gruppo di fedeli. Nel 1960 il parroco fece rifare la pavimentazione interna della chiesa e acquistò i banchi in legno, ancora oggi presenti in chiesa, grazie alle offerte di diversi fedeli. Nel 1961, venne pavimentato in porfido anche tutto il sagrato.  Nel 1962 rifece il pavimento della canonica.

Durante l’apostolato di don Roccatagliati, inoltre, sbocciarono nel paese di Rio Saliceto, numerose vocazioni sacerdotali e religiose. In particolare, assai fecondo fu il rapporto, oltre che col seminario diocesano, con l’ordine dei Camilliani, tanto che ben 22 giovani riesi entrarono negli istituti camilliani e buona parte di questi ricevette gli ordini sacri. Fra questi possiamo ricordare in particolare padre Eligio Ferrari e Padre Lorenzo Mantovani (qui si può sentire la sua voce al min. 31) scomparsi negli anni 2010. Altre vocazioni sacerdotali di quegli anni furono quelle dei sacerdoti diocesani don Guido Agosti (1926-2007), don Giuseppe Caretta (1939-2004, nel link le foto della prima messa) e don Bruno Magnani (1922-2013), per oltre 40 anni parroco di Stiolo.

Il 16 novembre 1969, due anni dopo aver celebrato il 50° di ordinazione sacerdotale e dopo più di quarant’anni di parrocato a Rio Saliceto, don Marino rinunciò alla parrocchia, ma non volle lasciare il paese e rimase come canonico alle dipendenze del nuovo parroco. 

Durante questo periodo il vecchio parroco continuò ad abitare in canonica, a celebrare la S. Messa ogni giorno e ad essere a disposizione dei fedeli.  

Il canonico don Marino Roccatagliati morì il 23 gennaio 1975 a 83 anni.  I funerali, partecipatissimi, si tennero due giorni dopo presso la chiesa di Rio. Don Marino desiderò essere sepolto nel cimitero di Rio Saliceto e non in quello del suo paese natale. Anche in questo ultimo atto l’anziano sacerdote dimostrò tutto il suo affetto e il suo attaccamento verso quel paese che lo aveva ospitato per 47 anni.

Qui le FOTO riferite al periodo 1928-1969.

Don ANTONIO TONDELLI 

Dopo la rinuncia di don Beneventi, il 26 luglio 1908 fece il suo ingresso in parrocchia il nuovo prevosto don Antonio Tondelli. Egli era nato a S. Faustino di Rubiera il 17 dicembre 1877 da Carlo Tondelli e Domenica Caiti. Fin da bambino entrò nel seminario diocesano dove, oltre a quella per gli studi teologici, manifestò l’indole per la musica ed il canto, tanto che il Vescovo Vincenzo Manicardi gli suggerì di frequentare il conservatorio di Bologna. Il giovane Antonio Tondelli, però, dopo essere stato ordinato sacerdote il 25 marzo 1901, preferì dedicarsi alla cura delle anime pur mantenendo sempre la sua passione per la musica. Così nel dicembre 1901 fu inviato Cappellano a Borzano, ma vi rimase per breve tempo, infatti, nel novembre dell’anno successivo venne nominato Coadiutore di Castelnuovo Sotto. Qui don Tondelli si preoccupò in modo particolare dell’educazione dei giovani, animando il ricreatorio estivo, il circolo dei giovani cattolici e il teatrino cattolico. Egli, amando il decoro delle sacre funzioni, diede anche nuovo slancio alla scuola di canto dei fanciulli.       

Giunto a Rio Saliceto nel luglio 1908, don Antonio Tondelli, che aveva poco più di trent’anni, comprese che l’unico modo per riparare ai guasti dell’imperversante anticlericalismo dell’epoca era quello di educare le nuove generazioni. Per questo la sua opera pastorale si concentrò soprattutto nel rafforzamento dell’Azione Cattolica tra i giovani e, inoltre, utilizzò la sua abilità di musicista per organizzare un coro, acquistando perfino un organo. Il sacerdote curò anche con particolare attenzione l’istruzione catechistica, come dimostrano le numerose vittorie dei ragazzi di Rio alle gare catechistiche diocesane. 

Nel campo politico don Tondelli era convinto, come il parroco di Correggio Mons. Pietro Tesauri, che i cattolici non potessero restarsene chiusi nel loro isolamento, ma era necessario che partecipassero attivamente alla vita politica. Per questo, nel primo dopoguerra, il prevosto di Rio Saliceto fu tra i sostenitori del neonato Partito Popolare, fondato da don Sturzo, e si  preoccupò di organizzare in primo luogo i contadini, che rappresentavano la maggioranza dei cittadini di Rio, fondando un sindacato agricolo. In quest’attività don Tondelli si scontrò con i socialisti, che avevano conquistato il comune nel 1909; a questo proposito basti ricordare che durante la campagna elettorale, l’onorevole Sichel, durante un comizio a Rio Saliceto, sottolineò «la funzione funesta sempre esercitata dal clericalismo in danno del progresso e la cattiva condotta antiumanitaria del prete che, immemore della parola di Gesù, si unisce col padrone, sia nelle lotte economiche che nelle politiche, per schiacciare le giuste rivendicazioni del lavoratore». In quest’epoca di tensione don Tondelli cercò di strappare la popolazione all’ideologia socialista, organizzando continuamente manifestazioni che si contrapponevano a quelle anticlericali dei socialisti. Un esempio è il Primo Maggio del 1910, quando il prevosto organizzò una solenne celebrazione in chiesa, suscitando le ire dei socialisti che volevano avere il monopolio di questa manifestazione e non gradivano interventi concorrenziali da parte della chiesa.   

Nel 1912, grazie al lascito dei coniugi Santachiara, aprì l’asilo parrocchiale e stilò lo statuto dell’omonima fondazione ancora esistente. Inoltre nel 1921 si prodigò per la costruzione del teatrino parrocchiale.

Con l’avvento al potere di Mussolini e la conseguente sconfitta dei socialisti, don Tondelli mantenne, però, le distanze dal regime fascista che era fortemente avverso al Partito Popolare e vedeva l’Azione Cattolica come un covo di antifascisti. Non mancarono scontri con le autorità fasciste locali, ne è un esempio il Te Deum del 18 aprile 1926 in seguito all’attentato da cui il Duce era uscito incolume, che si tenne in tutte le chiese della diocesi. In questa circostanza il parroco di Rio non volle divinizzare Mussolini, precisando, durante l’omelia, che la sua vita, per quanto preziosa, non era superiore a quella di ogni altro cittadino. 

Questo discorso attirò su don Tondelli le critiche del quotidiano fascista reggiano, che riferì a questo proposito: «Il parroco don Antonio Tondelli lesse dal pulpito un discorso nel quale risultò evidente l’intenzione di diminuire la solennità della cerimonia, imperniandosi essa ad un demagogissimo raffronto tra il diritto all’esistenze e all’eguale importanza di esse, tanto del primo e del più Grande, come dell’ultimo cittadino della Nazione, discorso che peraltro, nel suo complesso, ha dimostrato ancora una volta come il nostro Reverendo Parroco segua con immutato fervore quei pochi preti che purtroppo continuano in provincia l’opera gesuitica e politicante di don Sturzo, ormai condannato dalle Gerarchie Ecclesiastiche». 

I fascisti, per arginare l’influenza di don Tondelli sulla popolazione, diedero particolare solennità alla celebrazione, il 21 aprile 1926, della ricorrenza del Natale di Roma, festa del lavoro in sostituzione di quella tradizionalmente del Primo Maggio, abolita. 

Don Tondelli non si diede per vinto. Di lì a pochi giorni rispose alle ostentate celebrazioni fasciste con quelle per il suo 25° anniversario di ordinazione sacerdotale. Come si può apprendere dal Bollettino Parrocchiale «Per il nostro Pastore» stampato per l’occasione, fu una festa memorabile, con la partecipazione della stragrande maggioranza della popolazione, in particolare alla processione del 23 aprile col busto di S. Giorgio. Il parroco riuscì così a dimostrare che anche i cattolici erano forti e ben organizzati.   

Altro evento significativo fu la venuta a Rio, nel gennaio 1927, della reliquia del teschio di San Luigi Gonzaga.

Purtroppo l’opera pastorale del prevosto Antonio Tondelli venne tragicamente spezzata da un incidente stradale in cui il sacerdote perse la vita il 24 maggio 1927. Il parroco ritornava in bicicletta da Campagnola e aveva di poco oltrepassato il Ponte Vettigano quando venne travolto da una motocicletta, proveniente da Rio Saliceto, che lo uccise sul colpo. Il fatto che il motociclista non si sia fermato per soccorrere il sacerdote e che la strada non fosse in quel momento trafficata, rendono quantomeno sospetto questo incidente. Non è quindi da escludersi che il motociclista abbia volutamente travolto ed ucciso la vittima. Non dimentichiamo che don Tondelli era una figura mal vista negli ambienti socialisti e fascisti a causa del fatto che egli non voleva che i cattolici fossero succubi dell’ideologia dominante. Si tratta ovviamente di congetture non suffragate da prove, poiché le autorità dell’epoca non fecero alcuna indagine considerando questa tragedia come un incidente.  

Don Antonio Tondelli riposa nel cimitero di S. Faustino di Rubiera, suo paese natale. Sul luogo dell’incidente, pochi metri prima del Ponte Vettigano sulla sinistra venendo da Rio Saliceto, fu edificata un piccolo cippo, ancora oggi visibile e restaurato nel 2017, per ricordare il tragico fatto. Nella sagrestia della chiesa di Rio Saliceto venne posta una lapide commemorativa che dice: «In memoria ed onore di / don Antonio Tondelli / da 19 anni preposto parroco / di Rio Saliceto / per singolare pietà e prudenza / per dottrina e zelo / amato e venerato da tutti / eccellente nell’arte musicale / investito da un motociclo / tolto repentinamente di vita / in età d’anni 49 / con indicibile lutto comune / i parrocchiani / questo monumento posero». 

Qui le FOTO riferite al periodo 1909-1927.

Don DOMENICO BENEVENTI 

Prevosto dal 1887 al 1907 

Nell’inverno del 1887, pochi mesi dopo la morte di don Branchetti, fece il suo ingresso in parrocchia don Domenico Beneventi. Egli era nato a S. Bartolomeo di Reggio nel 1832 e, prima di Rio Saliceto, era già stato prevosto di Praticello (nei pressi di Gattatico) per 29 anni dal 1859. 

L’opera più importante che questo sacerdote realizzò durante il suo governo parrocchiale fu l’edificazione della nuova canonica. Questa, grazie al generoso contributo della comunità di Rio Saliceto, venne inaugurata nel 1889 (questa data, è visibile nei quattro angoli della canonica al di sotto della grondaia). Il progetto del geom. Pier Giacinto Terrachini, Sindaco del comune dal 1883 al 1889, era alquanto ambizioso. La nuova canonica, infatti, che oggi possiamo ammirare grazie ai restauri del 1992-93, è un edificio di grandi dimensioni per un piccolo paese come Rio Saliceto, questo perché don Beneventi concepì la canonica non solamente come l’abitazione del parroco, ma anche come un centro di vita sociale in cui tenere il catechismo, le adunanze dell’Azione Cattolica ecc… affinché i cattolici non si limitassero alla Messa domenicale. 

Don Beneventi era anche un abilissimo intagliatore e scultore del legno. Per la chiesa realizzò numerosi candelieri, in particolare i sei dell’altar maggiore, i portapalme, le croci dei tre altari e quella utilizzata per le processioni. La sua opera principale è sicuramente il bellissimo pulpito, di cui la chiesa era sprovvista, realizzato nel 1888 e recante l’effige di San Giorgio. Fra le altre opere di don Beneventi ricordiamo il confessionale del parroco, uno splendido tronetto in legno dorato per l’esposizione del SS. Sacramento, un grande piatto in legno dorato e argentato e il cielo dell’altar maggiore, purtroppo andato distrutto. In tutte queste opere compare sempre la firma dell’autore, spesso attraverso le iniziali D. B. P. F. che stanno Domenicus Beneventi Praeposito Fecit, Domenico Beneventi Prevosto Fece. Il sacerdote realizzò anche numerose altre opere che per qui sinteticità non analizzeremo, basti dire che egli contribuì notevolmente ad arricchire il patrimonio artistico conservato nella chiesa parrocchiale di Rio Saliceto.     

Inoltre, nel 1896, il parroco acquistò un nuovo organo liturgico da Magnanini Geremia. 

Particolare pompa ebbero, nell’aprile del 1903, le celebrazioni per il XVI centenario della nascita del patrono S. Giorgio; a ricordo di questi fatti don Beneventi fece porre, sul piazzale della chiesa, due cippi in marmo ancora oggi presenti negli angoli del sagrato.  

Nel 1907 il prevosto Domenico Beneventi, dopo vent’anni di governo parrocchiale, rinunciò alla parrocchia e si trasferì a Reggio Emilia, dove fu nominato Canonico di S. Prospero e Direttore Spirituale dell’Istituto del Buon Pastore. Qui morì il 14 luglio 1909 a 77 anni.

Don GIOVANNI BATTISTA BRANCHETTI

Giovanni Battista Branchetti nacque a Borzano di Albinea il 6 giugno 1813 da Paolo Branchetti e Anna Vacondio. Cresciuto in una modesta famiglia contadina, dopo aver frequentato il seminario venne ordinato sacerdote nel 1837. Dopo l’ordinazione, fu inviato a Cadelbosco Sopra come coadiutore e, nel 1848, a causa della rinuncia di don Domenico Fioroni, venne nominato priore della chiesa di Rio Saliceto.  

La sua diligenza e la sua disponibilità gli permisero fin da subito di instaurare un ottimo rapporto con la popolazione. 

Convinto patriota e sostenitore del Risorgimento italiano, assieme al dott. Nicolini ed ad altri personaggi illustri di Rio Saliceto, si prodigò assiduamente affinché il paese, da semplice villa, venisse elevato a Comune. Questo risultato venne raggiunto nel 1859 quando Rio si rese indipendente da Correggio. Come ringraziamento il suo volto venne effigiato da P.G. Terrachini sul nuovo municipio, realizzato nel 1877. Nell’Italia postunitaria, permeata da un forte sentimento anticlericale, trovare il volto del parroco scolpito sul municipio è cosa di non poco conto, così come la forte collaborazione tra amministrazione comunale e parrocchia. Queste posizioni di aperto sostegno di don Branchetti alla causa patriottica italiana portarono il sacerdote a scontrarsi con la linea del vescovo reggiano dell’epoca mons. Pietro Raffaelli. Quest’ultimo infatti, sostenendo le posizioni intransigenti di Pio IX, non tollerava che il suoi sacerdoti collaborassero attivamente con il neonato Stato italiano. Don Branchetti inoltre, nel 1862, aderì pubblicamente al cosiddetto “indirizzo Passaglia”, ovvero un appello a Pio IX che chiedeva al pontefice di rinunciare spontaneamente al dominio temporale sullo Stato della Chiesa (il sacerdote riese, minacciato dalla scomunica, ritrattò poi la sua firma nel 1873). 

L’apporto di don Branchetti alla società riese non si esaurì qui. Infatti, appena raggiunta l’indipendenza, il comune non disponeva di un municipio. Così il parroco concesse l’uso della canonica in cui ebbero sede gli uffici e si tennero i consigli comunali fino al 1877.   

Don Branchetti ebbe anche a cuore l’istruzione delle nuove generazioni e, fornito qual era di studi classici, insegnò nelle scuole elementari del paese, dove il sindaco Nicolini lo nominò sovrintendente.  

L’altro campo in cui il parroco fu molto attivo fu quello dell’agricoltura, che nella Rio dell’epoca era l’attività prevalente. Don Branchetti, infatti, proveniva da una famiglia contadina e si impegnò al fianco degli agricoltori, dando loro preziosi consigli e impegnandosi, anche a spese personali, per la bonifica di numerose terre. Quest’opera gli valse le benemerenze del Ministro dell’Agricoltura dell’epoca. 

Il nome di don Branchetti è indissolubilmente legato al nostro paese soprattutto per la realizzazione della nuova chiesa. Il vecchio edificio era infatti troppo piccolo per un paese che si andava espandendo sempre più. Così il parroco, fin dagli anni ’50 dell’800 si impegnò per la realizzazione di un nuovo edificio. Grazie al contributo dell’amministrazione comunale e quello di tutta la popolazione riuscì a costruire l’attuale chiesa, su progetto dell’ingegner Villa. Questa venne inaugurata, assieme alla torre campanaria, il 23 aprile 1879.  

A seguito di questi fatti, don Branchetti venne insignito del titolo di Prevosto, valido ancora oggi per tutti i parroci titolari della chiesa di S. Giorgio in Rio Saliceto. 

Il prevosto Giovanni Battista Branchetti morì a Rio Saliceto il 19 giugno del 1886 all’età di 73 anni. Per tutto ciò che aveva fatto in favore del paese e della popolazione gli vennero tributati solenni funerali il giorno 21 di giugno alla presenza del Sindaco e di tutti i Consiglieri Comunali. Sul portale centrale della chiesa venne affissa l’iscrizione: «Accorrete numerosi o Riesi – a pregare la pace dei giusti – a lui – stato sì lungo tempo tutto a voi». Il sindaco rilasciò inoltre la seguente attestazione: «Il Sindaco certifica che il Molto Reverendo Signor don Giovanni Battista Branchetti meritissimo Prevosto di questa Parrocchiale fu sempre tenuto in grande stima ed amore presso i suoi parrocchiani non tanto per l’integrità del suo carattere, quanto per avere promosso – non curando fatiche e sacrifizi  il bene generale del proprio Comune, col favorire qualsiasi utile riforma, ed il special modo l’istruzione pubblica. Certifica inoltre essere di pubblica notorietà avere Egli impiegato le rendite beneficiarie, da esperto agronomo, in utile bonifiche e miglioramenti, ed in opere di beneficenza, onde meritamente, durante il tempo della sua prevostura, cioè da oltre 36 anni, ha sempre goduto della, benevolenza di tutti». 

La salma di don Branchetti venne sepolta nel cimitero locale, dove riposa tuttora, e in fondo alla chiesa venne posta l’epigrafe, ancora oggi visibile, che, tradotta dal latino, dice: «Giovanni Battista Branchetti / di Borzano, ordinato sacerdote / nel 1837, per sette anni coadiutore / della chiesa di Cadelbosco Sopra / Eletto quindi Priore della / parrocchia di Rio Saliceto, / per la sapienza, la generosità, / lo zelo pastorale, si conquistò / l’animo della popolazione; / Assieme alle autorità del paese / assiduamente si adoperò perché / il paese stesso fosse elevato al / titolo di Municipio; fece poi / erigere dalla fondamenta la nuova / Chiesa parrocchiale e la sacra torre. / Insignito quindi dei titolo di Prevosto / rifece e allargò la casa parrocchiale / e di molto aumentò gli averi del beneficio. / Infine, all’età di 73 anni / compianto da tutti i buoni / morì il 19 giugno 1886». 

Negli anni ’80 del XX secolo gli è stata intitolata una via di Rio Saliceto.

ALTRI SACERDOTI VIVENTI ORIGINARI DI RIO SALICETO 

DON MARCO LUSVARDI  

Ordinato presbitero il 14/05/2005 presso il palasport di Reggio E. da mons. A. Caprioli. 

Prima S. Messa a Rio il giorno seguente. 

Attualmente sacerdote diocesano di Modena. 

DON ANDREA CAPRETTI 

Ordinato presbitero il 28/09/2013 presso la cattedrale di Ferrara da mons. L. Negri.  

Prima S. Messa a Rio (tensostruttura) il giorno seguente. 

Attualmente sacerdote diocesano a Ferrara (vicario parrocchiale a Bondeno)

DON GIANCARLO MINOTTA 

Ordinato presbitero il 14/05/2016 presso la cattedrale di Reggio E. da mons. M. Camisasca.  

Prima S. Messa a Rio il giorno seguente. 

Attualmente sacerdote diocesano a Reggio Emilia (parroco dell’unità pastorale di Boretto – Brescello – Lentigione – Gualtieri).  

DON ALESSIO COTTAFAVA 

Ordinato presbitero il 25/06/2016 a Roma in S. Giovanni in Laterano da mons. M. Camisasca.  

Prima S. Messa a Rio il 2 luglio seguente. 

Missionario della fraternità sacerdotale san Carlo Borromeo (parroco della parrocchia “Divin Maestro” nella città di San Bernardo, Cile).  

PADRE RICCARDO BIGI 

Ordinato presbitero il 6/10/2018 presso la cattedrale di Ivrea da mons. E. Cerrato

Prima S. Messa a Rio il 4 novembre seguente. 

Attualmente sacerdote diocesano a Ivrea (Congregazione dell’oratorio di San Filippo Neri)

PADRE SAMUELE MENINI  

Ordinato presbitero il 6/10/2018 presso la cattedrale di Ivrea da mons. E. Cerrato

Prima S. Messa a Rio il 4 novembre seguente. 

Attualmente sacerdote diocesano a Ivrea (Congregazione dell’oratorio di San Filippo Neri e parroco della parrocchia di S. Maria Assunta e S. Grato in Ivrea).

DON PAOLO LUSVARDI 

Ordinato presbitero il 22/05/2021 presso la cattedrale di Reggio E. da mons. M. Camisasca.  

Prima S. Messa a Rio il giorno seguente. 

Attualmente sacerdote diocesano a Reggio Emilia (vicario parrocchiale nella UP S. Maria degli Angeli a Reggio). 

I PARROCI PRECEDENTI (dal 1238)

TAPINO, sacerdote, 1238

GUIDO, prete, 1277

ANTONIO, prete, 1281-1283

STEFANINO, prete, 1289-1296

GUGLIELMINO DE PULLIS, rettore, 1308-1318

FRANCESCO, commendatario, 1366

SIMONE AFFAROSI, commendatario, 1439-1446

GIO. ANTONIO DELLA TORRICELLA, rettore, 1454-1457

BIAGIO DI CITTA’ DI CASTELLO, rettore, 1457

GIO. ANTONIO PERI, rettore, 1458-1476

DAMIANO CASTELLINI, rettore, 1483-1485

AGOSTINO BERSANI, rettore, 1485-1488

PROSPERO AFFAROSI, rettore, 1488-1490

STEFANO AFFAROSI, rettore, 1490-1495

ANDREA POZZUOLI, rettore, 1495-1510

GALEAZZO POZZUOLI, rettore, 1510-1552

ANTONIO CIGALI, rettore, 1552-1594

CESARE MERLI, rettore, 1594-1597

NICOLA ZACCARELLI , rettore, 1597-1613

GIO. BATTISTA ZACCARELLI, rettore, 1613-1630

PELLEGRINO FERRARI, rettore, 1630-1631

ANDREA ZACCARELLI, rettore, 1631-1660

PIETRO MARIA TESEI, rettore, 1660-1663

FLAMINIO CASONI, rettore, 1663-1707

ALFONSO MONTANARI, rettore, 1707-1719

DOMENICO ANCESCHI, priore, 1719-1740

ANDREA FERRETTI, priore, 1741-1744

dott. CARL’ANTONIO BRUNETTI, priore, 1744-1778

dott. QUIRINO PIOVANI, priore, 1778-1811

GAETANO ASIOLI, priore, 1811-1832

VINCENZO RIGHI, priore, 1833-1845

DOMENICO FIORONI, priore, 1845-1848